Un antidepressivo da non sospendere in gravidanza e in allattamento

Le risposte dei nostri specialisti alle domande più frequenti delle aspiranti e future mamme. In collaborazione con il sito del noto periodico “bimbisani & belli”.


Risponde la Dott.ssa Elisa Valmori, ginecologa, consulente per il Filo Rosso ASM di Milano presso il Presidio Ospedaliero San Paolo, Polo Universitario.


Se avete quesiti su gravidanza e allattamento, scrivete all’indirizzo e-mail: redazione@asmonlus.it


Ho 36 anni e sto vivendo la mia prima gravidanza. Purtroppo una serie di recenti lutti in famiglia ha minato la mia serenità, e da allora soffro di attacchi di panico e sono preda di una forte ansia. Riesco a fronteggiare questi problemi soltanto con un farmaco a base di Paroxetina. Ne assumo 20 milligrammi al giorno. Vorrei sapere se potrebbe nuocere al mio bambino.


L’assunzione di Paroxetina, nella dose che le sarà stata prescritta dal suo psichiatra, non è nociva né in gravidanza né in allattamento. È comunque opportuno che il suo specialista in psichiatria si confronti con il ginecologo che la sta seguendo durante la gestazione. È consigliabile, per tutte le donne che fossero già in terapia con questo farmaco, proseguirla anche durante la gravidanza, dato che si tratta di una fase particolarmente delicata dell’esistenza.
A volte si osserva la fretta di sospendere i farmaci poco prima del parto, con il rischio che proprio sul più bello (ossia nel momento della nascita e dell’inizio dell’allattamento) la mamma sia più fragile che mai. È quindi preferibile continuare a prendere i farmaci al dosaggio minimo efficace, ma non sospenderli del tutto in quanto, se si dovesse ricominciare la cura, occorrerebbero 2-3 settimane perché il medicinale tornasse ad essere pienamente efficace.
In ogni caso, è fondamentale rispettare il corretto dosaggio di questi farmaci: per la Paroxetina quello medio raccomandabile è di 10-40 milligrammi al giorno. I 20 mg/die che lei prende sono un dosaggio normale, ma occorre monitorare i sintomi durante la gravidanza per capire se occorra aumentarlo un poco, dato l’incremento di peso cui la donna va incontro nei nove mesi dell’attesa. So che avrà mille dubbi e sensi di colpa rispetto alla salute del suo bambino, ma tenga presente questa massima basilare: il bambino sta bene se sta bene la mamma! 
Le ricordo che è raccomandata l’assunzione di acido folico (400 microgrammi al giorno) almeno per tutto il primo trimestre di gravidanza: lo scopo è quello di prevenire alcuni eventuali difetti congeniti del bambino che nascerà, in particolare quelli del sistema nervoso, come la spina bifida. Inoltre, questa vitamina contribuisce nella formazione dei globuli rossi della mamma e del feto.

Statura e aspetto, da chi si ereditano?

Le risposte dei nostri specialisti alle domande più frequenti delle aspiranti e future mamme. In collaborazione con il sito del noto periodico “bimbisani & belli”.


Risponde il Professor Giovanni Porta,  Professore Associato di Genetica Medica, Direttore del Centro di Medicina Genomica e della Scuola di Genetica Medica all’Università dell’Insubria di Varese.


Se avete quesiti su gravidanza e allattamento, scrivete all’indirizzo e-mail:
redazione@asmonlus.it


Ho sentito dire che la statura di un figlio maschio è ereditata dalla madre, in quanto il gene che regola questo aspetto si trova in X. Ma è davvero così? In tal caso sarei preoccupata, poiché ho un marito molto alto, quasi 1,90, ma io sono alta appena 1,60 e, in aggiunta, appartengo a una famiglia in cui tutti sono di bassa statura. Un’altra domanda: ho letto che le figlie femmine hanno forti probabilità di somigliare alla nonna paterna. C’è del vero, oppure le somiglianze sono affidate al caso?


La statura è un carattere multifattoriale, il che significa che è regolato sia da fattori ambientali sia da fattori genetici. In merito a questi ultimi, la regolazione della statura è poligenica.

La variabilità della statura è spiegata soltanto in parte dalle regioni genetiche finora identificate: le variazioni nei geni implicati nella regolazione della crescita spiegano soltanto il 10% della variabilità staturale tra gli individui. Uno dei geni regolatori fino ad oggi scoperti è il gene SHOX, le cui alterazioni sono associate a bassa statura familiare.

Questo gene si trova su entrambi i cromosomi sessuali, sia sull’X che sull’Y (che proviene dal papà nei figli maschi), ed eventuali alterazioni possono essere trasmesse da entrambi i genitori sia ai figli maschi che alle figlie femmine.

In merito alla somiglianza, essa deriva da un insieme di caratteri quantitativi (come l’altezza e il peso) e qualitativi (come il colore degli occhi, quello dei capelli e i tratti somatici), che sono multifattoriali e poligenici. Questi caratteri complessi, singolarmente e nel loro insieme, non seguono meccanismi di ereditarietà semplice da un familiare a un altro, come da nonna a nipote.